Quando pensiamo ai pirati è difficile non pensare alla fortunata serie “pirati dei Caraibi” nella quale un gruppo di fuorilegge un po’ sbandati solca i mari per arraffare tesori maledetti e principesse eroiche. Ma il Mediterraneo, e in particolar modo l’Isola d’Elba, non hanno niente ad invidiare alla fantasia cinematografica.
È facile, in un territorio ristretto e delimitato come l’Arcipelago Toscano, scoprire tramite trekking, kayak e giri turistici, le innumerevoli ed affascinanti vestigia di questi tempi gloriosi e terribile che ancora riecheggiano sulle nostre meravigliose coste. Oggi inauguriamo una serie di articoli dedicati alle escursioni per scoprire storie e leggende della pirateria nell’Arcipelago Toscano.
Le Leggende del Pirata Barbarossa – Kayak all’innamorata
Una facile escursione in kayak al tramonto, dedicata alle leggende del Monte Calamita -Si parte dalla spiaggia di Pareti, dalla quale si può godere di uno dei tramonti più belli dell’Isola, grazie allento sdraiarsi del sole sul mare dietro ai tre “sipari” del Capo Stella, di Fonza e di Capo Poro. Da lì ci muoviamo in un fitto ed intricato sistema di isolette che punteggiano il mare e mostrano una grande biodiversità sottomarina: le Isole Gemini, isole gemelle ricoperte da una folta gariga, la Secca della Focacciola – punto imperdibile per gli amanti del diving- e l’Isolotto della Corbella, che ricorda una voluminosa cesta in mezzo al mare, simile a quelle che venivano poste per trasportare il carico sulla schiena dei muli.
L’escursione, dopo una lenta e piacevole pagaiata, ci permette di passare davanti alla spiaggia dell’Innamorata, un tempo nota come “Cala de lo Fero” e parlare della leggenda che ne ha plasmato il nome. Nel 1534, il re dei corsari e capitano di flotta dell’Impero Ottomano Khayr Al-Din, noto come Barbarossa, stava assaltando per l’ennesima volta le coste elbane. Lorenzo e Maria, due innamorati capoliveresi, si erano dati appuntamento sulla spiaggia per vivere assieme il loro amore segreto ed ostacolato dalla famiglia. Mentre Lorenzo aspettava l’arrivo della sua bella, fu rapito dalla flotta del Barbarossa. Maria riuscì a vedere il rapimento, si affrettò a cercare di raggiungere l’innamorato, ma arrivò troppo tardi e tentò, inutilmente, di raggiungere la barca a nuoto. Di lei fu trovato solo lo scialle impigliato a uno scoglio, che da allora venne chiamato “lo scoglio della Ciarpa”. Si dice che nei tramonti di estate si veda vibrare di luce una lunga sciarpa nel mare, verso l’orizzonte.
Prima di concludere il nostro viaggio, narrando le altre leggende piratesche del territorio nella “patana” (calma piatta) del tramonto, raggiungeremo la “Grotta del Bue Marino” dove fino a non pochi anni fa viveva un misterioso e ormai rarissimo animale: la foca monaca.
9/07/21 – di Giacomo Luperini